Portugallu
Come nasce una tendopoli e perché non può essere “risolta”?
L’origine del Collettivo sta tutta in questo interrogativo, nello studio della storia della tendopoli di San Ferdinando e nel lavoro di ricostruzione dei 10 milioni di euro spesi a partire dal 2011 senza riuscire a trovare una soluzione alla crisi abitativa che colpisce i lavoratori stagionali, soprattutto migranti, della Piana di Gioia Tauro. Oggi la durissima condizione esistenziale di lavoratori e lavoratrici della terra perpetua le condizioni di sfruttamento che erano vigenti nella Piana più di 40 anni fa, contro le quali si batté anche Peppe Valarioti, che delle sue battaglie per la giustizia, la libertà e la dignità fu vittima.
Per questo motivo, l’idea che porta avanti il Collettivo è che non si possa intervenire in maniera risolutiva rispetto alla questione migratoria e ai diritti del lavoro senza affrontare la primaria fonte del lavoro povero nella Piana, vale a dire l’impoverimento del settore agrumicolo.
C’è bisogno di un progetto di riprogrammazione socio-territoriale volto a risollevare e ridefinire la produzione di riferimento. Se il prodotto fresco subisce la concorrenza del mercato mondiale e di grandi paesi esportatori come il Brasile, una nuova via per l’economia locale può imperniarsi sull’industria di trasformazione ad alto valore aggiunto, sfruttando le infrastrutture del Porto di Gioia Tauro e le agevolazioni fiscali della zona economica speciale che dovrebbe spingere la crescita della zona industriale del retroporto.
Sarà mai un nuovo giorno per San Ferdinando?
Come nasce una tendopoli? Dalla mancata gestione dei flussi bracciantili e della loro regolarizzazione deriva l’impasse in cui versano il comune di San Ferdinando e la vicina Rosarno, punti strategici per lo stanziamento dei migranti che lavorano nei campi della Piana lametina e di Gioia Tauro.